Letto Ajelli
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Title
Letto Ajelli
Description
La restituzione dei materiali archeologici di Ajelli, diluita nell'arco di un decennio, ha costituito il recupero quasi totale di tutti i reperti, ad esclusione di alcuni degli oggetti trafugati nel 1982 e del vasellame ceramico relativo ai corredi più tardi, disperso durante i lavori di ristrutturazione del Museo delle Terme di Roma.
Con la consegna più corposa composta da dieci casse di reperti, arrivarono, nei magazzini della Soprintendenza Archeologica di Chieti, centinaia di frammenti di avorio e di osso relativi ai letti funerari della quattro tombe di Aielli, alcuni dei quali già puliti, altri in parte restaurati e integrati e quasi tutti, purtroppo, assolutamente confusi tra loro.
L'intervento iniziale è stato sicuramente il più complesso e impegnativo poiché occorreva separare i frammenti e ricondurre ciascun elemento al letto della relativa sepoltura. L'errato inserimento tra i materiali di Aielli di una serie di lamelle ossee, che siscoprirono pertinenti al piede di un letto di Orvieto, può rendere percettibile lo stato di confusione tra i materiali.
Prima, dunque, di intraprendere ogni tentativo di ricostruzione dei catafalchi, è stato necessario raccogliere tutti i dati disponibili sul reperimento del 1936, oltre che vagliare i suggerimenti offerti nei confronti con gli altri esemplari già noti nella letteratura archeologica, il cui studio appariva un tassello imprescindibile per la ricostruzione dei letti.
Dopo la ricognizione dei dati archeologici parzialmente recuperati, dei documenti di archivio e delle pubblicazioni relative ai letti di Aielli, un'ulteriore ricerca, presso l'archivio fotografico della Soprintendenza di Roma, ha consentito il preziosissimo recupero di fotografie relative allo scavo del 1936 e ai materiali recuperati nelle relative tombe, che erano state erroneamente ritenute immagini di "scavi a Roma nel viale Aventino".
Per avvalorare l'assemblaggio e l'esatta collocazione dei frammenti che compongono il letto della tomba 4, tutte le adesioni sono state esaminate al microscopio o sotto la lente d'ingrandimento con luce radente, per cogliere i suggerimenti delle striature lasciate dalla tornitura, dagli strumenti di lavorazione o dai graffi accidentali presenti sulla superficie.
Fondamentale è stato il supporto della restituzione grafica per la sequenza degli anelli che compongono i piedi, basata sul principio della compatibilità dei loro diametri.
Peri quattro cilindri che riproducono la contesa del tripode delfico tra Apollo ed Ercole, tutti lacunosi ma complessivamente ricomponibili, si è optato per una fedele integrazione ottenuta con il calco degli originali in modo da permettere una piena e continua comprensione della scena rappresentata.
Per consentire la ricostruzione al fine espositivo, gli elementi ricomposti sono stati montati su un supporto di legno massello di faggio evaporato, lievemente sbiancato, rifinito con pelle sintetica al centro dei fulcra e sul piano di deposizione del telaio rettangolare. Le prine di ferro, che sostenevano le quattro gambe del letto, sono state sostituite da barre in acciaio inossidabile passanti entro l'integrazione in resina.
La ricostruzione del prezioso manufatto in osso, realizzata nel rispetto dei criteri e delle attuali normative sul restauro, potrà consentire eventuali correzioni successive a quella che attualmente si propone al pubblico.
Con la consegna più corposa composta da dieci casse di reperti, arrivarono, nei magazzini della Soprintendenza Archeologica di Chieti, centinaia di frammenti di avorio e di osso relativi ai letti funerari della quattro tombe di Aielli, alcuni dei quali già puliti, altri in parte restaurati e integrati e quasi tutti, purtroppo, assolutamente confusi tra loro.
L'intervento iniziale è stato sicuramente il più complesso e impegnativo poiché occorreva separare i frammenti e ricondurre ciascun elemento al letto della relativa sepoltura. L'errato inserimento tra i materiali di Aielli di una serie di lamelle ossee, che siscoprirono pertinenti al piede di un letto di Orvieto, può rendere percettibile lo stato di confusione tra i materiali.
Prima, dunque, di intraprendere ogni tentativo di ricostruzione dei catafalchi, è stato necessario raccogliere tutti i dati disponibili sul reperimento del 1936, oltre che vagliare i suggerimenti offerti nei confronti con gli altri esemplari già noti nella letteratura archeologica, il cui studio appariva un tassello imprescindibile per la ricostruzione dei letti.
Dopo la ricognizione dei dati archeologici parzialmente recuperati, dei documenti di archivio e delle pubblicazioni relative ai letti di Aielli, un'ulteriore ricerca, presso l'archivio fotografico della Soprintendenza di Roma, ha consentito il preziosissimo recupero di fotografie relative allo scavo del 1936 e ai materiali recuperati nelle relative tombe, che erano state erroneamente ritenute immagini di "scavi a Roma nel viale Aventino".
Per avvalorare l'assemblaggio e l'esatta collocazione dei frammenti che compongono il letto della tomba 4, tutte le adesioni sono state esaminate al microscopio o sotto la lente d'ingrandimento con luce radente, per cogliere i suggerimenti delle striature lasciate dalla tornitura, dagli strumenti di lavorazione o dai graffi accidentali presenti sulla superficie.
Fondamentale è stato il supporto della restituzione grafica per la sequenza degli anelli che compongono i piedi, basata sul principio della compatibilità dei loro diametri.
Peri quattro cilindri che riproducono la contesa del tripode delfico tra Apollo ed Ercole, tutti lacunosi ma complessivamente ricomponibili, si è optato per una fedele integrazione ottenuta con il calco degli originali in modo da permettere una piena e continua comprensione della scena rappresentata.
Per consentire la ricostruzione al fine espositivo, gli elementi ricomposti sono stati montati su un supporto di legno massello di faggio evaporato, lievemente sbiancato, rifinito con pelle sintetica al centro dei fulcra e sul piano di deposizione del telaio rettangolare. Le prine di ferro, che sostenevano le quattro gambe del letto, sono state sostituite da barre in acciaio inossidabile passanti entro l'integrazione in resina.
La ricostruzione del prezioso manufatto in osso, realizzata nel rispetto dei criteri e delle attuali normative sul restauro, potrà consentire eventuali correzioni successive a quella che attualmente si propone al pubblico.
Date
Fine I sec. a.C.
Contributor
Martina Frau; Antonio Manna
Rights
Comune di Collelongo; SABAPCHPE_ Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara
Format
Osso e avorio
Type
Reperto archeologico
Coverage
Tomba 4 in località Sant'Agostino ad Ajelli
Collection
Citation
“Letto Ajelli,” Mostra Museo Archeologico Collelongo, accessed December 10, 2024, http://mostra.museoarcheologicocollelongo.it/items/show/131.