Mostra permanente
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Title
Mostra permanente
Subject
La mostra permanete di Collelongo intende fornire una completa, anche se rapida, panoramica di taglio scientifico su vent’anni di ricerche, preoccupandosi però di dare una rigorosa informazione anche ai non specialisti.
In più, la mostra ha fornito l’opportuna di una “rivisitazione” di tutti i materiali recuperati anche ai fini della loro conservazione fisica. Di particolare impegno, in quest’ambito, e particolarmente notevole nei risultati, è stata l’analisi e la ricomposizione critica del già noto (agli specialisti) letto funerario in osso, per cui si è ottenuta la preziosa collaborazione dei colleghi della Soprintendenza archeologica della Toscana.
In più, la mostra ha fornito l’opportuna di una “rivisitazione” di tutti i materiali recuperati anche ai fini della loro conservazione fisica. Di particolare impegno, in quest’ambito, e particolarmente notevole nei risultati, è stata l’analisi e la ricomposizione critica del già noto (agli specialisti) letto funerario in osso, per cui si è ottenuta la preziosa collaborazione dei colleghi della Soprintendenza archeologica della Toscana.
Description
Segnalata nell’Ottocento, la zona archeologica a nord della Valle di Amplero fu scelta come campo di indagine dell’Università di Pisa nel 1968. Grazie all’interessamento della “Pro Loco” di Collelongo le ricerche cominciarono con una settimana di saggi di scavo nel settembre di quell’anno.
Seguirono poi campagne di scavo, ciascuna della durata di circa un mese, negli anni 1969, 1970, 1971, 1975, 1980, 1985, 1987. Le prime tre furono dirette dal Prof. Arias, assistito da Orlanda Pancrazzi, le successive da chi scrive queste righe, che in un certo senso si trova a rappresentare la continuità della Missione Archeologica dell’Università di Pisa a Collelongo, mentre la concessione di scavo passava via via dall’Istituto di Archeologia a quello di Storia Antica e infine al Dipartimento di Scienze Storiche del Mondo Antico. A partire dal 1980 la direzione tecnica è stata affidata a Maurizio Paoletti.
Le campagne di scavo furono successivamente finanziate dalla “Pro loco” di Collelongo, dall’Ente Fucino, dall’Università di Pisa, dal Ministro della Pubblica Istruzione, dal C.N.R., dal Comune di Collelongo e dalla Comunità Montana “Marsica 1”.
Accanto alle campagne di scavo vero e proprio vanno ricordati gli interventi di restauro e protezione delle strutture messe in luce ( nel 1972 ad opera dell’Università di Pisa, nel 1976 ad opera della Soprintendenza di Chieti) e la campagna di ricognizioni topografiche nella Vallelonga condotta nel 1988.
È poi doveroso ricordare la proficua collaborazione instauratasi negli ultimi anni con alcune cooperative archeologiche: la Archè di Pisa e la “Antrophos” pure di Pisa; e soprattutto la “Archeologia e Territorio” di Avezzano che ha collaborato allo scavo, ai restauri e all’allestimento della mostra. Preziosa è stata, negli ultimi anni, anche la collaborazione di Licia Luschi e Fulvia Donati, a cui si deve tra l’altro la progettazione e l’allestimento espositivo della mostra.
Un ricordo particolare va ancora all’opera intelligente e appassionata di Giuseppe Grossi, conoscitore ineguagliato di siti e materiali archeologici abruzzesi, topografo per istinto e disegnatore sensibile e rigoroso, che dal 1975 ha collaborato sul piano tecnico come su quello scientifico, costituendo per la Missione Archeologica un prezioso punto di riferimento per ogni contatto sul posto.
Seguirono poi campagne di scavo, ciascuna della durata di circa un mese, negli anni 1969, 1970, 1971, 1975, 1980, 1985, 1987. Le prime tre furono dirette dal Prof. Arias, assistito da Orlanda Pancrazzi, le successive da chi scrive queste righe, che in un certo senso si trova a rappresentare la continuità della Missione Archeologica dell’Università di Pisa a Collelongo, mentre la concessione di scavo passava via via dall’Istituto di Archeologia a quello di Storia Antica e infine al Dipartimento di Scienze Storiche del Mondo Antico. A partire dal 1980 la direzione tecnica è stata affidata a Maurizio Paoletti.
Le campagne di scavo furono successivamente finanziate dalla “Pro loco” di Collelongo, dall’Ente Fucino, dall’Università di Pisa, dal Ministro della Pubblica Istruzione, dal C.N.R., dal Comune di Collelongo e dalla Comunità Montana “Marsica 1”.
Accanto alle campagne di scavo vero e proprio vanno ricordati gli interventi di restauro e protezione delle strutture messe in luce ( nel 1972 ad opera dell’Università di Pisa, nel 1976 ad opera della Soprintendenza di Chieti) e la campagna di ricognizioni topografiche nella Vallelonga condotta nel 1988.
È poi doveroso ricordare la proficua collaborazione instauratasi negli ultimi anni con alcune cooperative archeologiche: la Archè di Pisa e la “Antrophos” pure di Pisa; e soprattutto la “Archeologia e Territorio” di Avezzano che ha collaborato allo scavo, ai restauri e all’allestimento della mostra. Preziosa è stata, negli ultimi anni, anche la collaborazione di Licia Luschi e Fulvia Donati, a cui si deve tra l’altro la progettazione e l’allestimento espositivo della mostra.
Un ricordo particolare va ancora all’opera intelligente e appassionata di Giuseppe Grossi, conoscitore ineguagliato di siti e materiali archeologici abruzzesi, topografo per istinto e disegnatore sensibile e rigoroso, che dal 1975 ha collaborato sul piano tecnico come su quello scientifico, costituendo per la Missione Archeologica un prezioso punto di riferimento per ogni contatto sul posto.
Source
C. Letta, M. Paoletti (a cura di), Amplero : archeologia e storia di un centro italico-romano : 20 anni di ricerche, Mostra, Collelongo (AQ), Palazzo Botticelli, 16 Agosto-31 Dicembre 198
Contributor
Martina Frau, Antonio Manna
Rights
Comune di Collelongo
SABAPCHPE_ Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara
SABAPCHPE_ Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara
Type
Reperti archeologici
Collection Items
“Kourotrophos”
Statuetta votiva di figura femminile seduta che alla un bambino ( cd. “Kourotrophos”)
Gamba
Gamba di statua votiva appartenente a una figura femminile starne accompagnata da un cane (Diana?).
Iscrizione funeraria
Iscrizione funeraria di personaggio appartenente alla gens Frensidia, nomen originario dell’area marsa
[FRE]NSIDIUS
[FRE]NSIDIUS
Letto funerario
Riproduzione in legno del letto funerario in osso proveniente dalla Tomba 14 della necropoli del Cantone- Amplero-Cantone
Anello
Anello d’argento con decorazione incisa: al centro una palma, ai lati un tridente e un caduceo
Anelli
Due anelli d’argento con decorazione incisa. Sul primo è raffigurata una mano che stringe tra pollice e indice il lobo di un orecchio. Il soggetto significa: “Ricordati di me”. Sul secondo il motivo non è identificabile
Stele funeraria
Stele funeraria con porta dell’Ade e iscrizione:
T. TETTIEDIUS T.F. TIRO. VAL
T(itus) Tettiedius T(iti) f(ilius) Tiro Val(e)
“ (Qui giace) Tito Tettiedio Tirone, figlio di Tito. Addio”
T. TETTIEDIUS T.F. TIRO. VAL
T(itus) Tettiedius T(iti) f(ilius) Tiro Val(e)
“ (Qui giace) Tito Tettiedio Tirone, figlio di Tito. Addio”
Stele funeraria
Stele funeraria con schema di porta e iscrizione
C.VIBEDIUS.ST.F.
C(aius) Vibedius St(atii) f(ilius)
“(Qui giace) Gaio Vibedio, figlio di Stazio”
C.VIBEDIUS.ST.F.
C(aius) Vibedius St(atii) f(ilius)
“(Qui giace) Gaio Vibedio, figlio di Stazio”
Stele funeraria
Stele funeraria con porta dell’Ade e iscrizione
T.TETTIEDIUS N.F.S.V.
T(itus) Tettiedius N(umeri f(illius) s(ibi) v(ivus)
“Tito Tettiedius” N(umeri) f(ilius) s(ibi) v(ivus)
Tito Tettiedio, figlio di Numerio, si costruì (questa tomba) da vivo
T.TETTIEDIUS N.F.S.V.
T(itus) Tettiedius N(umeri f(illius) s(ibi) v(ivus)
“Tito Tettiedius” N(umeri) f(ilius) s(ibi) v(ivus)
Tito Tettiedio, figlio di Numerio, si costruì (questa tomba) da vivo
Stele funeraria
Stele funeraria con porta dell’ Ade e iscrizione:
Crescente lunare nel timpano, iscrizione illeggibile
Crescente lunare nel timpano, iscrizione illeggibile